Alla scoperta dei cosmetici ‘halal’, rispettosi del Corano e dell’ambiente

Anche in Italia fa qualche tempo stanno circolando i cosmetici che seguono i principi della religione islamica ma in realtà destinati ad un pubblico più vasto

Una delle ultime novità nel mondo della cosmesi dedicata alle donne è quella dell’introduzione anche sul mercato italiano di prodotti certificati ‘halal’, cioè permessi dalla religione islamica che in questo campo ha delle restrizioni.

Il debutto ufficiale era avvenuto al Cosmoprof 2016 di Bologna, la più grande rassegna italiana del settore, e successivamente è arrivato anche il lancio sul mercato perché il mondo dei cosmetici ‘halal’ sta diventando sempre più grande e variegato.

Sono nati così prodotti di bellezza e per la cura della persona che rispettano appieno la religione islamica dettata dal Corano.

Nella gamma c’è di tutto, dagli shampoo per i capelli ai rossetti, dalle creme per il viso ai fondotinta, dagli antirughe ai fondotinta, tutti certificati.

I numeri del mercato Halal

Una scelta che conviene soprattutto alle aziende produttrici che hanno inaugurato un mercato nuovo e redditizio come dimostrano i numeri: nel 2016 l’incremento mondiale del consumo è arrivato in alcuni Paesi fino al 20%.

E se in Europa il giro d’affari è stato di circa 70 miliardi di dollari, a livello globale siamo vicini ai duemila miliardi di dollari.

Si tratta di cosmetici utilizzati in genere nelle nazioni del Medio Oriente, ma oggi sono distribuiti e utilizzati in tutto il mondo.

In cima alla lista dei maggiori consumatori di cosmetici ‘halal’ ci sono secondo le ultime stime Indonesia e Malesia, ma negli ultimi anni sono saliti moltissimo anche Paesi europei a forte presenza islamica come Gran Bretagna e Francia.

In Italia invece la richiesta è ancora circoscritta, almeno sui mercati ufficiali anche se in realtà si tratta di prodotti che vanno bene per tutto il pubblico, anche i non musulmani.

Il fenomeno è stato fotografato così qualche mese fa da Leonardo Celleno, presidente di Aideco (Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia), intervistato da Adnk. :

“Questi prodotti contengono ingredienti che possono essere utilizzati dai musulmani, quindi nessun derivato del maiale, sangue o alcol etilico. In più rispettano la stessa filosofia che i fedeli hanno nei confronti dell’alimentazione. C’è tutta una filiera che deve essere ‘halal’, dal confezionamento alle norme etiche ma anche igieniche, tutto deve rispettare la legge e la dottrina stessa dell’Islam. Una certificazione che inizia dalle fasi di approvvigionamento delle materie prime, per passare ai processi di trasformazione, trasporto e stoccaggio”.

Come riconoscere quindi un prodotto ‘halal’ sul mercato ?

Anzitutto dalla certificazione obbligatoria che attesta come tutto il processo di produzione oltre che gli ingredienti contenuti siano in regola e rispettosi del Corano.

Un principio che strizza l’occhio anche ad mercato di consumatori diverso, come quello di chi cerca sempre materie naturali e non ottenute dal maltrattamento degli animali, di chi presta la massima attenzione al rispetto dell’ambiente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *